giovedì 2 aprile 2020

Il professore di Charlotte Bronte

Charlotte Bronte è la maggiore delle tre famose sorelle Bronte, nata il 21 Aprile 1816 in Inghilterra, cresce in una famiglia dal fervente spirito culturale. Lo stesso padre, un pastore protestante, ha una cattedra all'università di Cambridge e farà studiare le sue eredi nella scuola per figlie di ecclesiastici. L'ististuto, tiene le ragazze in pessime condizioni, cosa che causerà la morte prematura di sue sorelle della scrittice e rovinerà la sua stessa salute. Charlotte trarrà ispirazione dalla pessima scuola, per la sua opera più famosa Jane Eyre. Charlotte, proseguirà i suoi studi ottenendo ottimi risultati che le procureranno un posto da insegnante e successivamente come istitutrice privata.
Insoddisfatta del proprio ruolo, si recherà con la sorella in Belgio per studiare francese. Qui si innamora del suo insegnate, che però non ricambierà i suoi sentimenti.
Tornata a casa, Charlotte e le sorelle proseguono nell'intento di scrivere dei romanzi. Il suo primo romanzo, Il professore, verrà rifiutato e solo il successivo Jane Eyre, porterà al successo la scrittrice.
Dalla salute cagionevole, Charlotte morirà di tubercolosi nel 1855 dopo essersi sposata con un reverendo.

Il professore, racconta la vita di William Crimsworth descritta dello stesso protagonista. Il giovane William, dopo aver perso i genitori, viene cresciuto da due ricchi zii che lo diseredano quando lo stesso rifiuta una proposta di matrimonio organizzato. Ormai senza denaro e poche possibilità di lavoro William chiede aiuto al fratello, facoltoso commerciante, che lo accoglie con freddezza e dopo avergli dato un lavoro di segretario, lo pagherà meno del dovuto e con cattiveria immotivata lo umilierà continuamente.
Nell'ufficio, William conoscerà il signor Hunsden, amico inaspettato e del tutto fuori dal comune, che in un modo del tutto inusuale, libererà il giovane dallo sgradito impiego e gli fornirà una raccomandazione presso un suo conoscente in Belgio.
Il giovane parte perciò all'avventura con il poco denaro a disposizione ed arrivato a destinazione troverà un lavoro come insegnante di inglese in un istituto maschile, grazie ai suoi stidi di lingue.
William si rivela quasi subito un ottimo insegnante, tanto che riceve successivamente un secondo incarico nel vicino istituto femminile.
Nell'istituto femminile incontra la direttrice Mademoiselle Reuter, una donna affascinate e raffinata, per cui il giovane avrà un infatuazione. Tuttavia ben presto, William si accorgerà che la direttrice è in realtà una persona meschina e superficiale, che sfrutta il suo fascino per controllare i suoi dipendenti.
William, prosegue le sue lezioni nell'istituto femminile,  quando la sua attenzione ricade su una nuova allieva, Modemoiselle Frances Henri. La giovane ha origini modeste e paga i suoi studi aggiustando merletti. Frances affascina sempre più William rivelando uno spirito deciso e ambizioso, che la porterà ad elevare la sua condizione con grandi sacrifici.
Ben presto nel cuore di William e Frances cresce un tenero sentimento, cosa che fa ingelosire la direttrice Reuter che sente di perdere il controllo sui due e ha una lieve infatuazione per William.
Spita dal desiderio di dividerli, licenzia la giovane Frances dal suolo di insegnante di cucito e  si rifiuta di rivelare a William l'indirizzo della giovane adducendo falsi pretesti.
William, per ripicca lascerà il posto di lavoro e cercherà Frances per tutta la città, un caso fortuito lo porterà a ritrovarla, ma non avendo più una fonte di reddito, essendosi licenziato che dall'insegnamento nell'istituto maschile, non può chiedere la mano della giovane.
Intato Frances riuscirà ad ottenre un impiego in una importante famiglia come istitutrice e poi come insegnante ristabilendo le sue scarse finanze.
Ancora una volta, William verrà aiutato dall'amico Hunsdern e dal padre di un suo alievo, trovando un posto come insegnate molto ben retribuito.
Finalmente i due giovani possono unirsi in matrimonio e dati i loro caratteri intraprendenti riusciranno a fondare una loro scuola che diventerà una delle migliori.

La scrittice, facendo narrare la vicenda al protagonista maschile, rivela le sue grandi doti, dando al lettore una nuova interessante prospettiva rispetto al suo famoso Jane Eyre.


La Passante

sabato 6 maggio 2017

La ragazza dagli occhi d'oro di Honoré de Balzac

Honoré de Balzac nacque il 20 Maggio del 1799 a Tours e morì il 18 Agosto 1850 a Parigi. La madre, che aveva già perso un figlio, lo affidò ad una balia per i primi anni di vita e poi visse in collegio in cui si immerse nelle letture.
Si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza ma già frequentava le lezioni di letteratura. Dopo breve tempo convince i genitori a mantenerlo per due anni per dedicarsi alla scrittura, tuttavia i primi scritti opere teatrali e romanzi non hanno successo.
Solo dopo l'incontro con Le Poitevin i suoi romanzi cominciano a vendere. I guadagni rimangono comunque scarsi quindi Balzac cerca di intraprendere diverse professioni tra cui: editore, tipografo e imprenditore in nuovo metodo di produzione dei caratteri mobili di stampa. Tutte queste attività falliscono lasciandolo con ingenti debiti.
Dal 1830, Balzac ha un periodo molto prolifico in cui scrive circa novanta romanzi tra cui quelli che lo portarono finalmente alla ribalta, come: La pelle di zigrino e Papà Goriot.
I suoi romanzi fanno parte di una costruzione letteraria definita: la commedia umana. I romanzi sono infatti caratterizzati da una descrizione accurata della della vita parigina e del costume dell'epoca della monarchia di Luigi Filippo d'Orleans.

La ragazza dagli occhi d' oro è l'ultimo romanzo facente parte della trilogia Histoire des Treize ( storia dei tredici), in cui Balzac finge di raccontare delle avventure di una società segreta di criminali e geniali. Pubblicato per la prima volta nel 1835, contiene nella prima parte una descrizione della vita parigina di nobili, piccoli borghesi e miserabili con i loro vizzi e difetti. Nella seconda parte leggiamo della passione di un giovane ragazzo ricco per una bellissima ragazza caratterizzata da splendidi occhi d'oro. La ragazza vive sotto stretta sorveglianza della sua dama di compagnia e si dice sia l'amante di un vecchio nobile. Il ragazzo completamente invaghito, sfrutta la sua astuzia per poter avere un incontro amoroso con la ragazza che gli fa capire di provare lo stesso desiderio con piccoli gesti furtivi.

L'impresa del giovane riesce e i due riescono ad avere diversi incontri amorosi in cui, tuttavia, il giovane percepisce la presenza di qualcosa di misterioso. Durante l'ultimo incontro amoroso la fanciulla rivela il nome della persona che realmente ama, una donna. In quel momento tutta la passione del giovane si tramuta in odio e desiderio di vendetta. Da quel giorno perciò il ragazzo progetta l'assassinio della giovane, ma la sera dell'esecuzione, giunto nella camera da letto della ragazza la trova agonizzante per le pugnalate ricevute dall'amante misteriosa che si scopre essere la sorella del giovane.
Il romanzo si conclude così:
«Ebbene, ribaldo, che ne è della nostra bella ragazza dagli occhi d'oro?» 
 «È morta.»
 «Di che?»
 «Di etisia.»
 

mercoledì 5 aprile 2017

La madre di Pearl S. Buck premio Nobel 1938

Pearl Comfort Sydenstricker nasce in Virginia nel 1892, i genitori missionari della chiesa presbiteriana si trasferiscono in Cina  a Ching Kiang, pochi mesi dopo la nascita. A causa della rivolta dei Boxer la famiglia è costretta a trasferirsi a Shanghai nel 1900, lì Pearl impara il cantonese e il pechinese oltre e molte storie e leggende di magia taoiste. Successivamente consegue la laurea in letteratura inglese in Virginia. Nel 1971 sposa John Buck missionario e agronomo con cui torna a vivere in Cina, ma di nuovo per i disordini politici è costretta a trasferirsi, scegliendo questa volta il Giappone. Nello stesso periodo divorzia dal marito e sposa il suo editore Richard J.Wash.
Tornata negli Stati Uniti avrà un periodo molto prolifico, anche per pagare le cure della figlia Carol gravemente malata. Fonda numerose associazioni a sostegno delle minoranze etniche e per aiutare i bambini orfani di origine asiatica. Muore nel 1973 in Vermont.
Pearl Buck ha prodotti più di 80 opere, spaziando in tutti i generi letterari. La sua opera più famosa é La buona terra del 1931.

La madre è un romanzo pubblicato nel 1934, ambientato nella Cina settentrionale durante l'occupazione giapponese. Nel Romanzo troviamo rappresentata la vita quotidiana dei contadini poveri del tempo, che vivono solo grazie al loro duro lavoro della terra.
La protagonista è una donna che incarna alla perfezione la figura della madre, tanto che l'autrice non le da nemmeno un nome lei è solo La Madre.

La madre è una povera contadina con due figli piccoli, uno in arrivo, un marito e una anziana suocera. Tutta la casa e la cura dei famigliari ricade su di lei. La sua vita si svolgi tra il lavoro nei campi, il preparare i pasti per la famiglia, cucire abiti per tutti, accudire gli animali e portare a termine le gravidanze che si prospettano numerose. Eppure quella vita non le pesa, è felice e il corpo le permette di sopportare tutte le fatiche. Non è lo stesso per il marito, che sente quella vita come monotona ed è stanco di essere povero, perciò dopo l'ennesima lite con la moglie decide di abbandonare la famiglia.
La madre si trova quindi con il lavoro raddoppiato e per non perdere l'onore inventa che il marito ha trovato un lavoro in città. Con mille stratagemmi convince tutti della veridicità della sua storia e con grandi sforzi e fatiche mantiene la sua famiglia, risparmiando anche denaro.
L'unica cosa di cui sente realmente la mancanza sono quelle gravidanze e quelle nuove nascite quasi annuali, quindi spinta da questo desiderio si concede al nuovo fattore che poi la abbandona. La madre comprende di aver commesso uno sbaglio ed essendo rimasta incinta, deve abortire il bambino. Questo diventerà il suo grande peccato a cui la donna attribuirà tutte le sue sfortune successive.
Si dedica perciò ai figli, facendo sposare il primogenito con una ragazza abile ma fredda, che tratta la cognata in modo inferiore perché ceca a causa di una malattia agli occhi che ha fin da piccola. Inoltre sembra che la ragazza sia sterile.
Dopo molte insistenze del figlio e della nuora, la madre da in sposa la figlia ceca ad una famiglia povera. Dopo un breve periodo di ansia, la madre va a trovare la figlia e giunta al villaggio dove risiede scopre che il marito era un ragazzo con problemi mentali e la figlia è morta.
La madre cade nella disperazione e si lega quindi ancora di più al terzogenito, che ha sempre preferito al primo perché più somigliante al padre. Il ragazzo tuttavia si è legato al comunisti, che vengono visti come ladri.
In quel breve periodo, finalmente la moglie del figlio rimane incinta e la madre può godere di una breve felicità anche se preda del timore che per il suo peccato il nipote nasca malato o peggio femmina.
Alla fine, il figlio minore sparisce e si viene a sapere che è stato arrestato e condannato a morte. Lo stesso giorno della morte del figlio prediletto, la madre riceverà la notizia che è nato il suo primo nipote ed è un maschio.

La figlia del capitano Aleksandr Sergeevic Puskin

Aleksandr Sergeevic Puskin masce a Mosca nel nel 1799 da una famiglia di nobili decaduti. I genitori fanno parte dei più famosi e importanti salotti del tempo, inoltre Puskin può contare su una grande biblioteca paterna e su un'istruzione d'eccellenza. Al Liceo mostra già le sue doti di poeta che saranno poi conosciute in tutta Mosca.
Nei gruppi letterari, frequentati in età adulta, si appassiona anche alla politica e il suo anticonformismo viene riferito allo zar Alessandro I, che minaccia di esiliarlo in Siberia. Fu quindi costretto ad assumere un incarico governativo e lasciare San Pietroburgo. Visiterà quindi il Caucaso, che sarà fonte di grandi ispirazione per le sue opere. Successivamente sarà trasferito ad Odessa, dove il suo superiore per vendicarsi delle attenzioni che la moglie rivolgeva al poeta, lo denuncio alla polizia per attività sovversiva. La polizia lo condannerà all'esilio a Pskov nella tenuta materna, fino al 1926 quando Nicola I ritira la condanna.
Tornato a San Pietroburgo sposerà Natal'ja Nikolaevna Goncarova, da cui avrà quattro figli, ed inizierà il suo periodo più prolifico.
Nel 1837, partecipò ad un duello contro George d'Anthes presunto amante della moglie, dove venne ferito e morì due giorni dopo per l'infezione.
Puskin è considerato uno dei più importanti autori del romanticismo russo e vero fondatore della lingua letteraria russa.

La figlia del capitano uscì nel 1837, dopo che l'autore ci ebbe lavorato per quattro anni. Romanzo storico, narra le vicende del giovane Pëtr Andréevič Grinëv che si arruola per ordine del padre e viene mandato alla fortezza di Belogorsk. Durante il viaggio per raggiungerla conosce un vagabondo, e per l'aiuto ricevuto durante una tempesta di neve, gli fa dono di una pelliccia.
La vita nella fortezza è tranquilla e il suo superiore, severo ma giusto lo tratta quasi come un figlio. Il ragazzo, frequentando la casa suo capitano, fa conoscenza con la figlia dello stesso Maša, una ragazza mite e con notevoli doti. Presto Petr si innamora della ragazza e capisce di essere ricambiato.
Alekséj Ivànyč Švabri, altro ex ufficiale nella fortezza e inizialmente amico di Petr, è interessato alla giovane quindi con una scusa sfida a duello il ragazzo. Durante lo scontro Petr distratto dal fedele servitore che vuole salvarlo, viene ferito ma con le cure di Masa si ristabilisce in breve tempo.
Intanto nella fortezza circolano voci dell'avvicinarsi di un esercito di ribelli capeggiati dal crudele Pugačëv, che altri non è che il vagabondo aiutato dal Petr durante il suo viaggio. Pugačëv malgrado la resistenza, riesce a conquistare la fortezza e riconosciuto Petr lo lascia in vita e libero di andare. Petr è quindi costretto a lasciare la fortezza e Masa nelle mani del vecchio rivale in amore Svabri. Corre a cercare rinforzi alla fortezza di Orenbùrg, ma gli vengono negati, il ragazzo è quindi costretto a salvare la sua amata con le sue sole forze.
Chiede perciò aiuto a Pugacev che venuto a sapere da una lettera che Masa è rinchiusa e maltrattata, accompagna Petr a liberarla. L'impresa va a buon fine e il ragazzo manda Masa con il suo servitore dai genitori, intanto lui continua la lotta contro i ribelli.
Quando la guerra sembra volgere al termine e Petr può tornare dai suoi cari, viene arrestato come spia per i suoi contatti con Pugacev. Durante l'interrogatorio Petr scopre di essere stato accusato da Svabri e per non fare il nome di Masa, rilascia una confessione poco credibile e viene condannato a morte.
 Giunta la notizia alla famiglia, Masa decide di chiedere la grazia alla zarina Caterina II. La ragazza incontra la sovrana per caso e non riconoscendola, le racconta la sua storia credendola una nobile che può metterla in contatto con la zarina. Nel pomeriggio del giorno dell'incontro, Masa viene invitata da Caterina II, rivelando la sua identità con grande stupore della giovane, e le comunica di aver capito come si erano svolti realmente i fatti e concede la grazia a Petr.

mercoledì 29 marzo 2017

Stagioni di Mario Rigoni Stern

Mario Rigono Stern nacque nel 1921 e morì nel 2008 ad Asiago. Trascorse la sua infanzia in un ambiente di montagna, tra pastori e artigiani, giocando con quello che gli offrivano le pianure e i boschi che lo circondavano. Combatté nella seconda guerra mondiale come alpino, partecipando agli scontri in Albania e Russia. Trascorse anche un periodo in un campi di concentramento nella Prussia orientale.
Viene ricordato sopratutto per la sua prima opera " Il sergente nella neve" pubblicato nel 1953 in cui racconta la sua esperienza nella ritirata dalla Russia durante la seconda guerra mondiale, in stile neorealista. Riceve il premio Feltrinelli nel 1997 e  il premio Chiara nel 2007.

Il libro Stagioni, uscito nel 2006, è una raccolta di bevi brani, da poche righe a diverse pagine, in cui l'autore ci racconta episodi della sua vita la giovinezza, la guerra, il lager e per finire l'età adulta.
La narrazione delle sue passeggiate e delle battute di caccia, che variano con il variate delle stagioni, sono caratterizzate da una descrizione minuziosa e appassionata degli animali e della flora che ha incontrato sul suo cammino. Ogni impronta, ogni profumo ed ogni odore lo riporta ad un ricordo in cui ci accompagna.
La struttura della narrazione che risulta frammentata, ci da comunque una visione ampia sulla biografia dell'autore e ci fa percepire appieno le sue sensazioni ed emozioni.
Stern gira con Marco Paolini un film nel 1999 dal titolo "Ritratti: Mario Rigoni Stern" in cui sono trattati gli argomenti poi ripresi in Stagioni.

lunedì 20 marzo 2017

Barabba di Par Fabian Lagerkvist premio Nobel 1951

Par Fabian Lagerkvist è nato a Vaxio, in Svezia, nel 1891 e morto a  Stoccolma nel 1974. Fu uno scrittore considerato tra i più grandi nella letteratura svedese, in quanto fu poeta, drammaturgo, saggista e scrisse romanzi e racconti. Nel 1951 Il romanzo Barabba gli fece vincere il premio Nobel per  la letteratura.
Il tema principale delle sue opere è la ricerca di una fede e di un Dio da parte di un personaggio ateo, che si scontra quindi con la barriera della sua razionalità che lo posta a fallire.
Questo è proprio il tema di Barabba, in cui l'omonimo protagonista, dopo che Cristo prende il suo posto sul crocefisso, si trova completamente spaesato.
Barabba, senza sapere chi sia quell'uomo lo segue nelle sue ultime ore di vita incapace di allontanarsi ed assiste ai miracoli che caratterizzeranno quelle ore.
Come il protagonista lo chiama il Crocefisso è attorniato di persone ed emana un potere che non è comprensibile simile ad una luce. Dopo la morte del Crocefisso, Barabba cerca di tornare alla sua vita di scorribande, aggressioni e furti ma queste non sono più interessanti e si trova a cercare più o meno volontariamente coloro che chiamavano quell'uomo il Maestro.
Dai seguaci apprende come il maestro avesse promesso di risorgere, guarire gli ammalati, sfamare gli affamati ma soprattutto, quell'uomo che era apparso ai suo occhi magro e fragile sulla croce, fosse il figlio di Dio. La razionalità di Barabba si ribella a tutto ciò, portandolo ad allontanarsi dai seguaci che, comunque, appena saputo chi fosse lo scacciano.
Barabba vive il resto della sua esistenza cercando disperatamente di credere per essere parte di qualcosa, avere uno scopo nella sua esistenza e quindi non essere più solo. Tuttavia, per un ateo senza Dio ciò non è possibile, quindi anche quando sarà legato da una catena ad un discepolo del maestro non riuscirà ad avere un vero legame neppure con lui.
Come tutto era iniziato, circa 20 anni dopo, anche Barabba avrà la sua crocefissione a cui non assisterà nessuno. Quindi Barabba raccomanderà la proprio anima all'unica entità che è sempre stata con lui, la fredda oscurità in cui non ha mai visto la luce della salvezza.


martedì 20 ottobre 2015

Premio Nobel: Armand Sully Prudhomme 1901



Alfred Nobel nel 1895 lasciò nel suo testamento disposizioni per cui si istituisse un premio da destinare all'autore che: "nel campo della letteratura mondiale che si sia maggiormente distinto per le sue opere in una direzione ideale".
Il primo premio Nobel è stato assegnato nel 1901 al poeta francese Armand Sully Prudhomme per: "in riconoscimento della sua composizione poetica, che dà prova di un alto idealismo, perfezione artistica ed una rara combinazione di qualità tra cuore ed intelletto”
Sully Prudhomme, il cui vero nome era Renè Francois Armand Prudhomme, nacque a Parigi nel 1839 e morì a Chatenay-malabry nel 1907. Figlio di un negoziante era affascinato dalle scienze a cui non poté dedicarsi per un problema di vista, così studiò letteratura e lavorò in un industria manifatturiera ed infine nell'Accademia di Francia.
La sua poesia tratta di vari argomenti a partire dalle pene amorose per un amore non ricambiato, passando poi dalla politica quando la Francia fu sconfitta nella guerra franco-prussiana del 1870 ed infine il poeta cerca di creare un nuovo genere esponendo temi filosofici in poemi ricchi di scenari fantastici.
Oltre alle sue numerose raccolte poetiche, Prudhomme, lasciò anche molti scritti in prosa in cui esponeva le sue idee etiche e morali con l'intenzione di consigliare l'umanità nel creare un società migliore. Sono stati poi stampate le sue corrispondenze con gli amici, il suo diario e un quaderno di pensieri utili
per conoscere la personalità di questo autore.
Di seguito riporto una delle sue poesie:
IL VASO INFRANTO
Il vaso in cui questa verbena muore
fu incrinato da un colpo di ventaglio;
il colpo appena appena li sfiorò:
nessun rumore lo ha rivelato.
 Ma la sottile lieve incrinatura
che ne morde il cristallo ad ogni giorno,
con una marcia sicura e invisibile
ne ha fatto lentamente tutto il giro.
L'acqua fresca e fuggita goccia a goccia,
si è consumato l'umore dei fiori:
non se n'è accorto nessuno ancora;
non lo toccate, il vaso ormai è infranto.
Spesso così la mano che si ama
intacca il cuore se appena lo sfiora,
e poi il cuore da solo si spezza
e il fiore del suo amore illanguidisce.
Integro sempre per gli occhi del mondo,
crescere sempre e poi piangere piano
la sua sottile e profonda ferita:
il vaso è infranto, non lo toccate. 


Scritto da: La Passante